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Colonna di Santa Eufemia

 

Non esiste alcun documento parrocchiale o comunale che accenni a questa opera. L’abate G. Longoni fa risalire al 1748 l’innalzamento della colonna con la statua della Santa, al centro del sagrato antistante la prepositurale.
In quell’anno la Confraternita fece spianare e abbellire la piazza dove erano ancora ammucchiate le rovine del caseggiato (tribunale e carceri) della Giudicatura feudale, distrutta dagli Oggionesi nel 1654, quando si fece grande festa per la disinfeudazione¹.
Il prevosto G. Beneggi è più propenso ad attribuire l’opera ad un esplicito desiderio di san Carlo Borromeo, per invitare i fedeli alla preghiera durante la peste del 1576.
Più tardi la colonna fu trasportata dove si trova ora, privata nel basamento dei due gradini verso la chiesa, a causa della inclinazione del uolo.
E’ un monumento di stile ionico-barocco.
La santa Patrona con due leoni accovacciati ai piedi (in arenaria), tiene con la mano destra una croce in ferro ben lavorato, con i simboli della passione: il gallo, i flagelli, la scala, i chiodi, il martello.
Portava in testa l’aureola del martirio, di cui venne privata nel 1798, quando giunse anche ad Oggiono la ventata della rivoluzione francese: in tal modo, nel nome del principio di “uguaglianza”, diventava anche essa “ la cittadina Eufemia”.
Sotto la statua, sulla trabeazione, spicca uno stemma in arenaria a scudo accartocciato che porta raffigurato un castello turrito.
La colonna e il basamento sono di serizzo.

 

 

 

¹disinfeudazione - atto con cui una terra si liberava dalla oppressione del vincolo feudale col pagamento di una grossa cifra. Oggiono dal 1538 era un feudo della famiglia d’Adda: morto l’ultimo discendente senza eredi, nel 1651 fu lasciata la facoltà agli Oggionesi di potersi affrancare col pagamento di 36 lire imperiali da parte di ogni famiglia.

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